L’economia romena prosegue anche nel 2017 la sua corsa in ascendenza

novembre 21, 2017

Negli ultimi anni, i paesi dell’Est Europa hanno subito una forte crescita economica, in modo speciale i paesi che sono entrati a far parte dell’Unione Europea, tra cui Slovacchia, Repubblica Ceca e Romania. Gli ultimi rapporti pubblicati dall’EUROSTAT e dall’Ufficio Nazionale di Statistica romeno (INSSE) descrivono un’economia in piena salute.
La Romania, che ha aderito all’UE nel 2007, ha registrato un trend di crescita esorbitante, attenendoci a quanto comunicato dalle statistiche europee. La Romania sta diventando rapidamente un paese con grande potenziale attrattivo, e di questo ne dà prova il fatto che grandi multinazionali come Ford, Siemens e Bosch vi hanno investito, contribuendo in tal misura ad un maggiore sviluppo economico del territorio. Una multinazionale molto interessante che ha investito nel paese è stata anche Fitbit – società Californiana che produce soluzioni tecnologiche utili a tracciare varie attività fisiche – che sta espandendo il proprio sistema produttivo nel territorio, facendo leva su risorse umane, università e settore tecnologico sempre in maggior crescita.
Soltanto nel 2017 l’economia romena ha avuto un aumento del 5,7%, superando di gran lunga la media europea, che si aggira intorno al 2,5%. Nel 2016 il Prodotto Interno Lordo del paese ha avuto un aumento del 4,8%, e del 3,9% nel 2015, battendo la crescita italiana che contrariamente può “vantarsi” di un +0,9%. Si stima che per l’anno corrente l’economia romena continuerà a crescere del 5,5%, basandosi anche sul fatto che nella prima metà dell’anno i consumi privati hanno ottenuto un aumento dell’8%. C’è però anche da considerare normale una crescita così esponenziale rispetto ad altri paesi, dato il forte livello di sottosviluppo che connota la Romania nel panorama attuale.
Vista la grande espansione, nel paese si punta moltissimo al settore tecnologico facendo grande affidamento sulla competenza delle università romene, che ogni anno lanciano grandi talenti. Oltre a questo si aggiunge la competenza poli linguistica sul territorio, in particolare dovuta al fatto di aver scelto di trasmettere i programmi televisivi stranieri con i sottotitoli e non doppiarli.
Gli esperti comunicano che il settore tecnologico romeno, che attualmente impiega circa 150.000 persone, entro il 2025 andrà a raddoppiare la quota che contribuisce al PIL. Queste sono stime che sicuramente lasciano ben sperare ad un paese sicuramente più prospero dal punto di vista occupazionale.
Per quanto riguarda il consumo, il governo romeno ha deciso di abbassare l’IVA dal 24% al 20%, fino ad arrivare al 19%, fatto che ha rappresentato uno stimolo non indifferente e che ha determinato un aumento vertiginoso della domanda. Sicuramente questi progressi possono anche essere giustificati dall’aumento dei salari, anche se comunque su questo fronte, il paese rimane al di sotto della media europea.
Per quanto riguarda la disoccupazione nel paese, i dati ci confermano che si è in presenza di un forte calo: nel 2016 il tasso di disoccupazione era del 5,9%, raggiungendo i numeri della Germania nel giugno 2017, toccando il 5,3%.
Sulla base di questi dati si può affermare che la Romania sta facendo grossi passi avanti grazie a differenti fattori, quali l’ingresso nell’Unione Europea, gli investimenti e le manovre economiche governative.
La Romania sta avendo una crescita esponenziale sotto tutti i punti i punti di vista, confermandosi come una realtà che in un futuro potrà realmente competere a livello europeo e internazionale.
L’Italia è da oltre 10 anni il principale Paese investitore in Romania per numero di aziende registrate. Moltissimi sono i settori strategici che nei prossimi anni potrebbero rappresentare il volano per un ulteriore consolidamento della nostra presenza imprenditoriale, grazie alle opportunità dischiuse dai fondi europei, dai programmi di privatizzazioni, dalle prospettive di ammodernamento della rete infrastrutturale e dei trasporti, dal buon tessuto industriale esistente e dalla grande disponibilità di risorse agricole e minerarie.

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L’ordinanza Split Payment è stata adottata dal Senato: il sistema sarà obbligatorio solo per alcune categorie di imprese

novembre 6, 2017

Il 31 Ottobre 2017 è stata adottata l’Ordinanza del Governo n°23/2017, che riporta alcune importanti modifiche alla versione originale dell’Ordinanza Split Payment, ovvero, il sistema sarà applicato in modo obbligatorio solo dalle seguenti categorie di imprese:

1. dalle aziende pubbliche e private in insolvenza;
2. dalle imprese che al 31.12.2017 hanno debiti restanti IVA verso l’erario (ad eccezione degli importi per cui si è richiesto ed ottenuto la rateizzazione).
3. dalle imprese che a partire da gennaio 2018 registrano degli obblighi IVA restanti con una scadenza oltre 30 giorni (ad eccezione degli importi per cui si è richiesto ed ottenuto la rateizzazione).

In riferimento ai punti 2 e 3, l’obbligo di applicare il sistema Split Payment scatterà al superamento delle seguenti soglie di debito:

– oltre 1500 lei per i grandi contribuenti;
– oltre 1000 lei per i contribuenti medi;
– oltre 500 lei per i piccoli contribuenti;
– oltre 100 lei per i contribuenti persone fisiche.

Tutte le altre categorie di società potranno applicare il sistema Split Payment come libera opzione.
Gli agenti economici che optano per il il sistema Split Payment entro il 31 dicembre 2017 beneficieranno delle seguenti agevolazioni:

a) La riduzione del 5% dell’imposta sul utile o sul fatturato delle microimprese;
b) L’annullamento delle sanzioni per mancato/tardivo pagamento dell’IVA, al compimento di certi requisiti.

Come per ogni altra disposizione governativa, l’Ordinanza del Governo n°. 23/2017 per Split Payment dovrà essere approvata per legge per poter produrre ulteriori effetti.
Le modifiche apportate all’ordinanza Split Payment approvate dal Senato saranno sottoposte per l’approvazione alla Camera dei Deputati nei prossimi giorni.
Per entrare in vigore, il documento dovrà essere adottato dal Parlamento, promulgato dal Presidente della Romania con Decreto Presidenziale e poi pubblicato nella Gazzetta Ufficiale.

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